La Regione Lombardia ha ufficialmente pubblicato il calendario venatorio per la stagione 2023/2024, fissando l'apertura generale per il 17 settembre 2023 e la chiusura in conformità alla normativa regionale vigente.
La questione dell'inizio della prossima stagione è stata al centro di una disputa con l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), noto per il suo parere contrario all'apertura della caccia il 17 settembre per alcune specie di avifauna cacciabile, come starna, fagiano, pernice rossa, quaglia allodola, tordo bottaccio e altre. ISPRA sostiene che ciò possa arrecare disturbo a causa della caccia vagante con cani in una fase delicata del ciclo biologico. Al contrario, suggerisce l'apertura generale della caccia concentrata in una data unica, il 1 ottobre, per facilitare la vigilanza venatoria.
La Giunta di Regione Lombardia ha deciso di non considerare il parere di ISPRA e ha stabilito l'apertura al 17 settembre, motivando questa scelta. Essa sostiene che ISPRA non ha fornito studi o dati sperimentali a supporto del suo parere e che mancano riferimenti specifici alla realtà territoriale della Lombardia. Inoltre, ISPRA non ha considerato il possibile disturbo solo per le specie non cacciabili.
La Regione Lombardia si unisce alla richiesta di ottenere pareri scientifici da ISPRA, basati su studi e pubblicazioni, e non su opinioni ideologiche ostili alla caccia. Inoltre, il calendario venatorio tiene conto dei documenti europei Key Concepts, che indicano che per molte specie l'apertura della caccia potrebbe avvenire anche prima del 17 settembre, poiché il periodo di nidificazione è già terminato.
Il calendario venatorio della Lombardia prevede la caccia per tre giorni fissi fino al 1 ottobre, con la caccia vagante chiusa alle ore 12. Solo la caccia temporanea e migratoria è permessa per il resto della giornata, limitando ulteriormente l'attività venatoria per motivi precauzionali.
Quanto all'affermazione curiosa riguardo alla vigilanza venatoria, la Regione Lombardia sottolinea che non è dimostrata e che non vi sono giustificazioni su come il posticipo al 1 ottobre possa migliorare la vigilanza, poiché le condizioni ambientali del territorio non mostrano particolari differenze tra il 17 settembre e il 1 ottobre.
Nelle prime trenta pagine della delibera, la Regione Lombardia ha risposto punto per punto alle "proposte" di ISPRA, mettendo in discussione alcune argomentazioni e ritenendo necessaria una maggiore responsabilità e controllo sulle decisioni prese riguardo alla conservazione della fauna selvatica. Sembra incredibile che nessuno abbia ancora richiesto spiegazioni riguardo a certe scelte. Si auspica che ISPRA torni a concentrarsi sulla ricerca scientifica di campo, affinché possano essere comprese le conseguenze delle decisioni prese, come le immissioni di lupo e orso, o i piani di prelievo degli ungulati dimezzati, che hanno portato a una proliferazione eccessiva di queste specie in diverse zone del paese. È fondamentale trovare un equilibrio sostenibile per la conservazione della fauna selvatica.
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